Mortalità nella malattia di Parkinson
È stata effettuata una revisione sistematica e una meta-analisi di studi di mortalità nella malattia di Parkinson ed è stata compiuta una indagine con l’obiettivo di individuare quali fattori fossero associati alla mortalità.
Sono stati inclusi nella revisione 88 studi, con metodi e qualità di studio variabili.
Quasi tutti gli studi hanno riportato un aumento della mortalità nella malattia di Parkinson, rispetto ai controlli, con tassi di mortalità da 0.9 a 3.8, con maggiore eterogeneità tra gli studi.
Le coorti iniziali erano più coerenti con un tasso di mortalità aggregata di circa 1.5.
Le coorti iniziali, le misurazioni al follow-up di più lunga durata e l’anno meno recente di reclutamento nello studio sono stati associati a tassi di mortalità più bassi, ma questi risultati non sono risultati robusti nelle analisi di sensibilità.
All'interno degli studi, i tassi di mortalità sono aumentati nel corso del tempo.
Non è stata riscontrata nessuna robusta evidenza secondo cui la mortalità sia diminuita dopo l'introduzione della Levodopa ( L-dopa ).
In media, la sopravvivenza alla malattia di Parkinson si è ridotta di circa il 5% ad ogni anno di follow-up, anche se c'era una significativa eterogeneità.
Negli studi post-mortem, la durata media fino alla morte variava da 6.9 a 14.3 anni.
L’aumento dell'età e la presenza di demenza sono stati più comunemente associati a un aumento della mortalità.
La malattia di Parkinson è associata a un aumento della mortalità, ma è stata registrata maggiore eterogeneità nelle stime di mortalità, che probabilmente è spiegata dalla variabilità metodologica e dalla selezione dei pazienti.
Meta-analisi individuali di studi di alta qualità con follow-up a lungo termine sarebbero il modo ottimale per indagare i fattori che influenzano la mortalità. ( Xagena2014 )
Macleod AD et al, Mov Disord 2014;29:1615-1622
Neuro2014